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The Walking Dead – Recensione 6×15

[SPOILER ALERT]

EAST!”

 

 

Ciao ragazzi, io la chiudo qui! Per me questa stagione finisce qui… vivo benissimo anche senza sapere cosa accadrà nel finale. Quindi ciao, è stato bello, arrivederci alla settima. No, vabbè… ridendo e scherzando intanto cerco sulle Pagine Bianche un terapista che mi fornirà assistenza psicologica per i prossimi settant’anni, perché se questo episodio è stato traumatico da vedere, figuriamoci il prossimo!

 

 

Carol, se n’è andata da Alexandria perché non riesce più a convivere con il fatto che per sopravvivere è necessario uccidere, cosa che confina con il suo desiderio di tenere il suo gruppo al sicuro, e il suo tentativo di non perdere quell’ultima briciola di umanità che le è rimasta.

Mi dispiace molto il fatto che ora sta vacillando sotto al peso delle vite che ha tolto… il destino, le circostanze, l’ironia della vita o comunque la vogliate chiamare, la costringono ad uccidere ancora e ancora. Si imbatte in un gruppo di Salvatori lungo la strada, e non poteva finire se non in un bagno di sangue. Lei, che non vuole più uccidere, ed è disposta a vivere da sola proprio per non essere più costretta a farlo, è di nuovo costretta a farlo.

 

 

 

Si è trattata di una sequenza peraltro straordinaria, uno dei momenti più belli dell’episodio: mi è piaciuto, in particolare, l’inquadratura del rosario che penzolava nella mano sinistra. Quel rosario a cui si era aggrappata mentre era prigioniera insieme a Maggie, e che era uno strumento della sua sceneggiata, del suo voler apparire debole così da far abbassare la guardia ai suoi rapitori. Ma il fatto che l’abbia conservato significa che quel rosario non era soltanto il mezzo per un fine, ma anche il simbolo concreto  del cambiamento che sta vivendo Carol. Ho trovato interessante quell’inquadratura, perché ti spinge a pensare che forse quella che hai appena incontrato è una donna indifesa (è sicuramente quello che hanno pensato i Salvatori). Chi poteva mai immaginare che nella mano destra, invece, c’era la pistola che li avrebbe uccisi tutti, o quasi? Quella pistola che avevamo visto cucire all’interno della manica del cappotto, all’inizio dell’episodio. Crisi di coscienza o meno, Carol è la regina dell’apocalisse.

 

 

Chi invece non potrà mai essere il re dell’apocalisse è Morgan. Io ho provato a giustificarlo in tutti modi, ma ogni discorso che fa è fallace da ogni angolazione lo si voglia guardare. Mi chiedo come faccia a non accorgersene.

Quando confessa a Rick di aver tenuto prigioniero il Lupo (che già precedentemente aveva lasciato libero, mentre era sulla via di Alexandria), rigira ovviamente la situazione a suo favore, in una contorta concezione di “karma”, una sorta di endorsement al proverbio “si raccoglie quello che si semina”. Nello specifico, lui ha seminato la “clemenza” nel Lupo, il quale a sua volta è stato “clemente” nei confronti di Denise, salvandola dagli zombie. Cosa che ha permesso a lei, poi, di andare in aiuto di Carl. Insomma, fai un buona azione, e prima o poi quella buona azione ti torna indietro. A me sembra un ragionamento pareeeecchio stiracchiato, ma contento lui. Perché quello che mi rompe è che Morgan manca totalmente di una visione di insieme. O, quanto meno, di una visione pragmatica di tutta la situazione. Ci sono tantissime variabili da considerare, e Morgan non ne considera nemmeno una. Nemmeno per sbaglio.

 

 

Al Lupo è stata risparmiata la vita, e lui in un moto di bontà e riconoscenza, salva Denise. Morgan la vede così.

Io, per esempio, la vedo diversamente. Il Lupo era ferito, si era quasi rassegnato all’idea di dover morire, dal suo punto di vista non aveva nulla da perdere. Trovandosi in una situazione in cui lui e Denise erano circondati da zombie, il fatto che l’abbia aiutata significa che si è redento all’improvviso, o magari è stato semplicemente istinto? Probabilmente sarebbe morto in ogni caso, quindi tanto vale. E per quanto capiti spesso che la gente non aiuti il prossimo (penso all’automobilista che investe un pedone e scappa), in una situazione così frenetica come quella, mi piace pensare che anche soltanto irrazionalmente la prima cosa che ti viene scontato fare è dare una mano alla persona che era con te (pure se in veste di ostaggio). A prescindere di essere stato trattato con gentilezza prima. O anche se volessimo dar ragione a Morgan ammettendo che il Lupo abbia salvato, in quella circostanza particolare, Denise perché “redento”, chi ci assicura che,una volta che le acque si fossero calmate, lui non avrebbe colto la prima opportunità di pugnalare qualcuno alle spalle, per garantirsi la libertà o la salvezza? Altra variabile da considerare, poi, è che magari a una persona veramente cattiva non frega un benemerito del fatto che tu ti sei dimostrato clemente, e per lui la redenzione non è un’opzione. Magari quel Lupo in particolare non era cattivo (o psicopatico) fino in fondo, quindi il ragionamento ha senso, ma per esempio con uno come il Governatore, malvagio e psicopatico fino all’ultimo istante, col cazzo che la filosofia di Morgan avrebbe funzionato.

Eppure Morgan applica il suo modo di vedere il mondo a tutte le situazioni, per lui il confine è nettissimo: una cosa è bianca o nera. Uccidere è sbagliato, quindi non uccido a prescindere. No, è inconcepibile.

Rick stesso, che in questo episodio si è dimostrato il fanboy di Carol per eccellenza, dice che Carol ha ucciso perché si è trovata costretta. A volte non c’è tempo o non c’è spazio per le alternative. È una cosa che Morgan dovrebbe imparare a riconoscere. Anche perché nessuno contesta il fatto che, in un mondo normale, lui avrebbe pienamente ragione, ma non siamo in un mondo normale. La morale del passato non conta più.

 

 

Giacché si è menzionata Denise, il discorso ora cade per forza su Daryl. La morte della ragazza l’ha scosso profondamente, e il fatto che ironia della sorte  sia stata proprio la sua balestra ad ucciderla, rende la situazione ancora più triste. Daryl si sente in colpa perché non solo non ha ucciso Dwight quando si erano incontrati la prima volta (mi piacerebbe tanto sapere cosa pensa Morgan di questa ULTERIORE prova che la sua filosofia zen non può essere applicata in modo assoluto, perché Dwight si è comportato in maniera diametralmente opposta al Lupo), ma ha anche provato ad aiutarlo. Bell’affare, insomma. Basta, la morale della favola è una sola: essere gentili con gli stranieri, il 99% delle volte non paga.

 

E ora, Dwight non solo ha preso in ostaggio Glenn e Michonne (io sono in fase di negazione profonda, non posso pensare che possa accadergli qualcosa di male) ma HA ANCHE SPARATO A DARYL! Non è un’esercitazione, ripeto, HA SPARATO A DARYL.

Ma vabbè, dai, Daryl non è morto per ovvie ragioni. Non soltanto Dwight gli dice “starai bene”, cosa indicativa del fatto che probabilmente gli ha solo sparato in una zona non vitale, ma se un personaggio importante come Daryl proprio deve morire, a farlo fuori non sarà certo il primo pirla di Salvatore che passa. Serve un personaggio di altrettanto spessore: insomma, NON DEVE SUCCEDERE, ma se proprio deve succedere, che sia almeno per mano (o per mazza) di Negan.

 

 

 

Un’altra che non se la passa troppo bene è Maggie. Scambiamo la scena in cui urla in preda al dolore con una di Morgan che urla in preda al dolore, eh? Si può? Ah, già, sono dolori legati alla gravidanza, quindi non si può. No, a parte gli scherzi, mi rifiuto di credere che possano esserci problemi col bambino, il simbolo di speranza per eccellenza, e mi rifiuto di pensare all’ipotesi di un aborto spontaneo. Certo, l’episodio 6×13 ha evidentemente lasciato il segno (letteralmente, vogliamo parlare dei lividi che abbiamo visto nella scena della doccia?), però mi costringo a pensare positivo. Diciamo quindi che è soltanto indigestione per i sottaceti che le ha dato Enid…

 

Ma gravidanza a parte, vorrei porre un momento l’accento sull’evoluzione del personaggio in questa sesta stagione. È più sottile di quella che sta subendo Carol, ma non per questo meno significativa. Il punto di svolta lo si è avuto nel momento in cui ha scoperto di essere incinta. Ora ha una consapevolezza in più. Lo vediamo nel confronto con Gregory: si è reso più che mai evidente che Maggie ha la stoffa del leader, perché ha una visione pragmatica delle cose e orientata al futuro. Per questo era stata scelta lei come “vice” di Deanna, le due da questo punto di vista avevano affinità, e per questo Rick sceglie lei come portavoce di Alexandria verso Hilltop. Ora che aspetta un bambino, poi, queste sue caratteristiche hanno iniziato ad emergere prepotentemente: se da un lato Carol si è “indebolita”, Maggie al contrario si è rafforzata. Se Carol è diventata Morgan (, Maggie è diventata Carol (o, almeno, quella che Carol era un tempo).

È entrata in modalità full-sopravvivenza, e se ne sono accorti tutti . Il taglio di capelli è emblematico: in termini pratici i capelli lunghi danno fastidio (possono essere afferrati da zombie e/o umani), in termini metaforici sono un nuovo inizio.  La stessa identica cosa che fece Shane a suo tempo: dopo aver sparato ad Otis, i due si ritrovano a lottare, e Otis gli afferra i capelli. Più tardi, vediamo Shane radersi a zero. Motivi pratici e metaforici, la persona entra in una nuova fase della sua vita. Shane, dopo aver sparato ad Otis, che non aveva fatto nulla di male, ma lo rallentava e lui doveva portare i medicinali a Carl, che rischiava di morire… non era più la stessa persona di prima. E anche Maggie, ora, non è più la persona che era un tempo.

 

Ecco a voi il promo della puntata finale della sesta stagione!

https://www.youtube.com/watch?v=X2C2u8vfqDg

 

Alla prossima recensione ragazzi!

 

Gabriele

Big Boss delle Redheads Diaries: la mente che ha dato vita a questo sito di intrattenimento.